LA RESISTENZA (dei soccorritori degli Ebrei).

Tra i protagonisti della Resistenza italiana, semplificando, si possono identificare tre figure distinte:
I partigiani che erano persone del popolo o ex militari, raggruppate in Brigate che agivano principalmente in montagna in modo clandestino, svolgendo azioni di guerriglia o compiendo attentati contro i soldati nazisti.
Le donne che lottavano per recuperare i beni di massima necessità, curavano i feriti, svolgevano il ruolo della staffetta e combattevano a fianco dei partigiani. Le staffette avevano il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate.
La gente comune che ha agito per dare aiuto, nascondere, e fare espatriare le famiglie ebraiche perseguitate.
Tra questo gruppo desidero ricordare due persone che all’epoca vivevano sul lago, a Laglio, ma che hanno poi abitato e lavorato prima a Monte Olimpino e in seguito a Sagnino.
I coniugi Anna Signori e Salvatore Galetti, che con Augusto Taroni, chiamato “Lenin” e Andrea Ciocchini, altri personaggi del paese di Laglio, con un’operazione rischiosa e disinteressata, condotta per puro spirito umanitario, hanno contribuito a portare in salvo in Svizzera, su per i monti del San Bernardo, la famiglia ebrea dei Vitali, allora proprietaria di villa Oleandra.
E’ la figlia Marina Vitali a raccontare della fuga dal lago di Como attraverso i monti per raggiungere la Svizzera. Un viaggio cominciato in tutta fretta la sera del 17 settembre 1943 quando Vitali viene informato che, sul lago Maggiore, i tedeschi hanno compiuto dei rastrellamenti e hanno preso e picchiato degli ebrei e delle ebree prima di gettarli in acqua con delle pietre legate al collo.
“Io avevo sei anni e di quel giorno ricordo solo il viavai di persone nella nostra villa. Io e la mia famiglia – di origine ebraica ma in Italia da secoli e che si era spostata a Laglio da Milano per sfuggire ai bombardamenti – partimmo alle nove di sera insieme alle mie sorelle maggiori (Franca e Raimonda), ai miei genitori e alla governante diciottenne, ebrea di Ancona. La nonna paterna Margherita ci raggiunse il giorno dopo a dorso di asino. Il viaggio lo avevano organizzato i prestinai di fronte alla nostra casa (Anna Signori e Salvatore Galetti). Erano loro che si erano messi d’accordo con i contrabbandieri per aiutarci a fuggire e che avevano organizzato la nostra fuga”.
“C’erano tante altre persone: oppositori politici, disertori e militari che si incamminarono con noi e con cui ci rifugiammo per la notte tutti insieme al Roccolo”. La prima notte la passarono in una casa a 1.300 metri prima di raggiungere l’indomani Bruzella ed entrare così in Svizzera come recita il diario del padre, Emilio Vitali: “Raggiungiamo i cancelli di frontiera. Vediamo molti soldati che tornano sfiduciati: la Svizzera non accetta più che gli ebrei perseguitati. Dove andranno questi poveri figlioli?”.
Dopo essere stati accolti in un asilo del piccolo paese frontaliero, i Vitali vengono portati in un campo di accoglienza, la fabbrica di bottoni di Adliswil, nel Canton Zurigo. “Restammo lì un mese e mezzo e trovammo molti amici di Milano e persone che conoscevamo bene”.
E successivamente a Gattikon, frazione di Thalwil, distante solo pochi chilometri. “Dormivamo tutti insieme in uno stanzone enorme diviso solo per sesso: uomini da una parte, donne dall’altra. Il nostro giaciglio era fatto di paglia e una coperta per ripararci dal freddo. Il vitto era una brodaglia presa da un enorme bidone. Solo il sabato sera ci era concessa una cioccolata calda con dentro del formaggio. Poi, nel mese di dicembre, ci spostammo a Lugano”.
È qui in Ticino, nel quartiere Besso di Lugano, che i Vitali tornano ad assaporare la quotidianità e l’intimità. “Dopo esser stati in albergo a nostre spese, avevamo preso in affitto dei locali in una specie di residence. Non eravamo più rinchiusi con le guardie che ci controllavano, ma eravamo liberi!”
Nel 2006, ad Anna Signori Galetti e alla memoria del marito Salvatore, all’epoca giovani sposi, è stato attribuito dalla fondazione Yad Vashem il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.