TAPPARE LE BUCHE CON UN “APP”

CHE BELLEZZA, una app del Politecnico ci salverà. Se uno ci crede, beato lui.
Le strade sono piene di buche ma niente paura, perché presto succederà qualcosa di bello.
Cioè che saranno finalmente chiuse? Ma no, non è questa la bella notizia, la notizia del giorno è che se ci infilate dentro un piede potrete aprire un’apposita app per scaricarci dentro la vostra rabbia e la richiesta di chiuderla subito.
Cosa succederà dopo, sarà tutto da vedere.
Intanto bisogna spiegarlo a tutti, perché mica tutti sono tenuti a sapere cos’è una app ed ad avere il telefonino adatto. Dubito che l’anziana signora sostenuta dalla pensione minima sia dotata di smartphone. Ma ipotizziamo pure che la copertura di mezzi sia totale. Cosa accadrà appena sarà dato il via libera alle segnalazioni?
ACCADRÀ che queste saranno una valanga perché sono una valanga le buche e gli intoppi vari.
A questo punto ne conseguirà una valanga di immediati interventi correttivi? Forse qualche assessore ottimista penserà di sì, io penso di no. Per un semplicissimo motivo. Se si volessero chiudere tutte le buche già conosciute si potrebbe fare già ora. Se i competenti uffici non lo sanno già che certe strade sono una gruviera allora, mi chiedo, cosa ci stanno a fare? Intanto potrebbero provvedere su ciò che non possono non sapere, anche perché segnalato ripetutamente dalla gente e sui giornali. Se non lo sanno significa che non vogliono saperlo. Se davvero qualche assessore crede che per sistemare al volo strade e marciapiedi basti una app mi cadono le braccia. Non credo che sindaco e assessori non vedano ogni giorno il cattivo stato delle strade e dei marciapiedi, sennò significa che camminano con la testa fra le nuvole. Temo invece che lanciare una app sia un sistema buono per far qualche titolo sui giornali, darsi un tono di modernismo tecnologico e poco più. Quando si vuole prendere tempo davanti ad un problema, in Italia si istituisce una commissione d’inchiesta. Adesso ci sono le app: approfittiamone.

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