PASQUA. Perché uova e conigli?

Da dove provengono le tradizioni pasquali? Di certo le loro radici affondano nell’era precristiana. Nel mondo latino Pasqua è associata sempre più spesso ai conigli che vengono a portarci le uova, colorate e nascoste nel giardino e anche dietro al divano. Dove i conigli si procurino le uova è una questione non ancora risolta dal punto di vista scientifico.
Ci sono fonti che rinviano agli Antichi Egizi che avrebbero festeggiato circa 7000 anni fa l’avvento della primavera, e durante le celebrazioni sarebbero state mangiate uova dipinte e reso onore a saltellanti conigli, soprattutto in nome della loro fertilità.
Molto più tardi il coniglio riappare tra i culti dei Germani. Questi avevano, tuttavia, l’usanza di sacrificare i conigli nel mese di marzo alla divinità della primavera. In questa occasione i Germani mangiavano anche uova. Alcuni riti si conservano con una sorprendente costanza.
L’uso di festeggiare con le uova fu tramandato alla cristianità dai popoli pagani attraverso i protestanti. L’uovo continuò a rappresentare un simbolo di fertilità, a essere colorato, regalato e mangiato.
Al contrario di quanto avvenne, invece, in ambito cattolico: le uova durante il Medioevo venivano ritenute «carne liquida», e non potevano dunque essere consumate durante la Quaresima. Perché non andassero a male, venivano conservate in acqua salata o cotte fino a farle diventare sode. Che poi il coniglio nasconda le uova, era solo una logica conseguenza di tutto questo. In fondo, questo messaggero della Pasqua e della primavera ha fama di essere molto timido e si lascia così vedere solo raramente.

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