UNA FAVOLA DI NATALE di casa nostra

Domenica 18 dicembre 1955 al teatro Sant’Erasmo di Milano sono state premiate venti persone segnalate per atti di onestà. Il “Premio” è stato voluto dall’imprenditore Valentino Milanaccio, facoltoso commerciante di Borgosesia trapiantato a Milano, proprietario dei ”Magazzini All’Onestà”, per festeggiare il sedicesimo compleanno del proprio figlio Giovanni ed ha ottenuto il patrocinio del Sindaco di Milano, professor Virgilio Ferrari.
Ma chi sono i venti “campioni” laureati in onestà? Incominciamo dal vincitore del primo premio al quale è toccata la somma di mezzo milione di lire.

E’ un ragazzo di tredici anni dal viso leale e intelligente. Molti occhi si sono velati di lacrime quando, la mattina di domenica scorsa, dal tavolo della giuria è stata letta la motivazione del suo diploma e narrata la storia commovente di cui è il piccolo protagonista. Il 22 febbraio di quest’anno Bruno Colombo (così si chiama il ragazzo) è rimasto vittima di un grave incidente. Mentre ritornava da Ponte Chiasso e camminava in fretta per raggiungere Monte Olimpino, dove abita con i fratelli e i genitori, è scivolato in mezzo alla strada. Purtroppo, in quel medesimo istante, sopraggiungeva un autocarro e la ruota del pesante veicolo è passata, stritolandola, sulla sua mano sinistra. Nessuno era presente, al momento della disgrazia, e quando in seguito Bruno dovette subire la triste amputazione che lo menomava per sempre, furono in molti a suggerirgli di trarre almeno, dal doloroso episodio, qualche vantaggio finanziario. Basterà, gli dicevano, «che tu affermi di essere stato investito: non c’erano testimoni e nessuno potrà smentirti».
Il padre di Bruno è un operaio meccanico a 45 mila lire mensili che con il suo guadagno deve provvedere alla madre, alla moglie e a tre figli. Anche con lui gli amici furono allora prodighi di suggerimenti. Bastava convincere Bruno a dire una bugia per garantirsi una grossa somma, così preziosa per la sua famiglia. Ma quei consigli furono inutili: papà Colombo era orgoglioso dell’onestà del suo ragazzo e Bruno, da parte sua, si dimostrò irremovibile. «L’autista è innocente», ripeteva, «è stata soltanto una fatalità». Disse le stesse cose anche durante il dibattimento, che si svolse in pochi minuti con il pieno proscioglimento dell’autista da qualsiasi imputazione. Ma la dirittura del piccolo Bruno, la sua innata aspirazione alla giustizia avevano colpito profondamente, in quell’occasione, l’avvocato Locurcio, chiamato a difendere nel processo il conducente dell’automezzo. «In tanti anni di carriera», confessò in seguito, «non mi era mai capitato di assistere a un caso di così limpida, clamorosa onestà», e fu lieto di segnalarlo alla segreteria del “Premio” quando più tardi ebbe notizia dell’interessante iniziativa.

Dalla rivista “OGGI” del 29 dicembre 1955

Bruno Colombo ha vissuto a Sagnino e all’inizio di quest’anno, alla età di 80 anni,  è salito ad incontrare gli Angeli.

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