ANDAA’ DE SFRUUS…(1)

Nessuna era romantica può fare a meno dei suoi eroi. Il folklore ha trasformato molti banditi moralmente discutibili in guerrieri contro l’oppressione, che lottano per i poveri e per una più giusta distribuzione della ricchezza.
Tali eroi sono emersi anche tra le fila degli spalloni che operavano all’interno della Val D’Intelvi e del Lago di Como. Condividevano quel mix di qualità comuni ai capi contadini da Robin Hood ai giorni nostri: possedevano una conoscenza approfondita dell’ambiente locale, comune a tutte le comunità contadine, unita a uno spirito imprenditoriale e alla capacità di guidare il gruppo. La loro sicurezza dipendeva dal mantenimento del rispetto e del sostegno delle loro comunità locali che, per qualsiasi motivo, conservavano una maggiore lealtà verso uno di loro piuttosto che verso lo Stato in generale.

Vediamo di conoscerne qualcuno.

Il Cimino

Il nostro primo eroe ci riporta ai nostri tempi. Il Cimino è oggetto di una ballata intitolata “La Ballata del Cimino” scritta e musicata dal cantautore locale Davide Van de Sfroos. La ballata racconta una delle gesta di Sergio Bordoli, contitolare con la moglie del Bar Sport Lella di Sala Comacina. Fu soprannominato Il Cimino in onore di Leonardo Cimino, criminale romano brevemente famoso verso la fine degli anni ’60 per un paio di rocambolesche rapine. In gioventù il Cimino era un contrabbandiere che seguiva le rotte guidate da il Cinto (un altro eroe del quale parleremo in una altra occasione) dalla Svizzera a Colonno e attraverso il lago fino a Lezzeno. Sergio ‘Il Cimino‘ Bordoli è nato dopo l’ultima guerra in una famiglia di dieci persone. All’età di 14 anni chiese a sua madre il permesso di iniziare a contrabbandare. Permesso prontamente accordato, vedendo come la famiglia avesse un disperato bisogno dei suoi guadagni aggiuntivi. La ballata narra di un’occasione, all’inizio degli anni ’60, quando gli fu affidato il compito di scoprire bricolle piene di sigarette che erano state nascoste in prossimità del lungolago vicino a Brienno e di caricarle su un motoscafo per la traversata per Lezzeno. Purtroppo una pattuglia armata della Guardia di Finanza con cani lo intercettò. Per evitare la cattura si gettò nel lago vicino al ristorante Il Crotto dei Platani e nuotò sott’acqua fino a riemergere sotto la copertura di una scogliera sporgente. Lì aspettò che i finanzieri rinunciassero a ogni ulteriore ricerca per lui, prima di uscire gocciolante e avendo perso la camicia di Lacoste.

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