17 LUGLIO 1969

Tra i documenti che mi è capitato di vedere in occasione della rievocazione del 40° anniversario della discesa dell’uomo sulla Luna, quello più toccante è certamente il necrologio ritrovato negli Archivi Nazionali di Washington, D.C. .

Il comunicato stampa, datato 18 luglio 1969, è redatto in modo che il presidente Nixon potesse leggerlo in diretta TV, nel caso in cui gli astronauti della missione Apollo 11 fossero deceduti durante la loro missione sulla Luna.

Leggere questo brano di storia ci riporta alla mente la grandezza della loro missione e quante incertezze e pericoli abbiano dovuto affrontare questi primi tre uomini nella loro storica impresa.

«Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace, rimarranno sulla Luna per riposare in pace. Questi uomini impavidi, Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, sanno che non c’è speranza per il loro recupero. Ma sanno che c’è speranza per l’umanità nel loro sacrificio. Questi due uomini stanno donando le loro vite per l’obiettivo più nobile dell’umanità: la ricerca della verità e della conoscenza. Si addoloreranno le loro famiglie ed i loro amici; si addolorerà la loro nazione; si addolorerà tutta la gente del mondo; si addolorerà la Madre Terra per avere mandato due dei suoi figli verso l’ignoto. Nella loro esplorazione, hanno unito le popolazioni del mondo come se fosse una; nel loro sacrificio, hanno legato ancora più strettamente la fratellanza tra gli uomini. Nei giorni antichi, gli uomini hanno guardato le stelle ed hanno visto i loro eroi nelle costellazioni. Oggi, noi facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono uomini in carne e ossa. Altri seguiranno e certamente troveranno la loro via di casa. La ricerca dell’Uomo non verrà negata. Ma questi uomini erano i primi, e i primi resteranno nei nostri cuori. Ogni uomo che guarderà la Luna nella notte, saprà che c’è da qualche parte un piccolo angolo che sarà per sempre l’umanità.»

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