Mese: Luglio 2012

POI SI LAMENTANO PER IL CALO DEI TURISTI!

Svizzera,”Siete italiani? Non potete entrare nel rifugio”
A denunciarlo il professore Pierluigi Castagneto, insegnante a Spezia, che era in gita in Svizzera con circa 200 studenti di parrocchie liguri il 19 luglio scorso: il gruppo sarebbe stato respinto da un rifugio in montagna nel Cantone dei Grigioni, il Fuorcla Surlei. «Sì, siamo razzisti e voi italiani non entrate».
Il Secolo XIX pubblica la testimonianza del professore Castagneto il quale ha scritto una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’ambasciatore italiano in Svizzera e a quello svizzero in Italia. Nella lettera si riferisce nel dettaglio l’episodio, precisando che ad un gruppo di sette-otto ragazzi che nel rifugio hanno chiesto di acquistare bibite e panini è stato risposto di no «perché italiani». Allo stesso insegnante, che ha fatto la coda alla cassa per una tazza di tè, è stato risposto in questi termini: «Sì, siamo razzisti e voi italiani non entrate».
Il docente precisa che il comportamento dei ragazzi è sempre stato rispettoso e corretto, e che non c’era alcun motivo per allontanarli dal rifugio, ma così è stato.
Interpellata dal Secolo XIX sull’episodio, la titolare del rifugio Berghaus Restaurant Fourcla Surlej, ai piedi del ghiacciaio del Bernina, si è giustificata dicendo di averli mandati via «solo perché erano troppi, ma non perché fossero di nazionalità italiana. Comunque questo è un rifugio privato». In quanto tale non fa parte del Club Alpino Svizzero, dunque non ha l’obbligo di accoglienza.
Per leggere l’articolo del quotidiano.

RIFIUTI SPAZIALI

L’uomo produce rifiuti anche fuori dal suo pianeta: fin dalle prime esplorazioni spaziali degli anni Cinquanta, lo spazio si è riempito di satelliti, navicelle, parti di razzi. Si è calcolato che questa spazzatura galattica sia composta da almeno 16mila oggetti obsoleti.
Generalmente i pezzi più piccoli che precipitano verso la terra non superano l’atmosfera e si disintegrano. Per i pezzi più grandi, invece, come nel caso dei frammenti dei satelliti Rosat (2.426 kg) e Uars (7 tonnellate di frammenti con un pezzo da 150 kg), il pericolo di una pioggia di detriti sulla terra è reale. Inoltre, questi oggetti alla deriva, rischiano di collidere con i satelliti attivi e funzionanti.
Ora si corre ai ripari: la notizia è dello scorso febbraio. Il Politecnico di Losanna sta realizzando un satellite in grado di ripulire l’orbita del pianeta dai detriti provenienti dai pezzi dei satelliti dismessi.
Una volta individuato il «rifiuto spaziale», il piccolo satellite (misura 30 x 10 x 20 cm) si allineerà alla sua traiettoria e grazie ai suoi tentacoli si aggancerà per poi fargli cambiare orbita, indirizzandolo verso l’atmosfera terrestre dove si distruggerebbe.
La difficoltà sta nel prendere oggetti che si muovono alla velocità di 28mila km/h. Il progetto, denominato Clean Space One, costa oltre 10 milioni di franchi svizzeri e sarà operativo dal 2016.

Mirko Stoppa