Non sono tanto le paure radicali a… fare paura.
La profezia dei Maya che prevede la fine del mondo alla fine di quest’anno potrà intimorire al massimo chi frequenta le sette o chi si fa imbambolare da santoni e guaritori.
A far paura invece è piuttosto la nostra tendenza, molto diffusa in questi tempi, a farci guidare spesso più dalla pancia che dal cervello.
Il collasso dell’Euro, la recessione, la disoccupazione immanente, lo scioglimento dei ghiacciai, le tempeste, l’inaridimento delle colture agricole, la crescita a dismisura della popolazione mondiale, il blackout elettrico, le pensioni che non verranno più versate, la minaccia dei Cinesi che ci porteranno via il benessere.
E chi più ne ha, più ne metta.
Tutte paure che possono essere in gran parte smussate, se non addirittura confutate, con il semplice impiego del cervello e di analisi approfondite e serie.
Ma si sa: se i giornali riportano per un paio di giorni notizie di furti nelle case o scippi per strada, ecco che il nostro senso di sicurezza viene a mancare, facendo nascere paure irrazionali. È umano, è insito nei nostri geni primordiali.
Eppure il nostro sforzo deve proprio andare nella direzione di non lasciarci prendere da panico o timori infondati. Anche perché c’è poi chi ci sguazza e sa trarre lauti guadagni da un clima minaccioso e oscuro. E a rimetterci, alla fine, è la nostra libertà di individui.
DANIELE PINI